Gentilissimi Genitori,
lo stile educativo della scuola lasalliana è caratterizzato dall’attenzione dell’educatore su ogni alunno, considerato nella sua esclusiva individualità, con la sua storia personale e con una sua precisa personalità, con le sue qualità e i suoi difetti, con i suoi entusiasmi e i suoi scoraggiamenti. Ciò esige un profondo rispetto della sua persona, dei suoi ritmi di crescita, delle sue potenzialità, che sono da sviluppare, e delle sue eventuali lacune da colmare, con un’azione che preveda interventi diversificati e mirati. Nella prassi educativa lasalliana, assume un particolare rilievo la bienséance, ovvero la cortesia e le buone maniere, intese non soltanto come qualità umane o come galateo dettato da convenzioni sociali, ma come qualità squisitamente spirituali, che hanno alla base la carità e il rispetto del prossimo.
Scriveva il La Salle in proposito: “È un fatto strano che la maggior parte dei cristiani considerino la cortesia come una qualità puramente umana e sociale. È una virtù che ha attinenza con Dio, con il prossimo e con se stessi… Bisogna prodigarsi a insegnare agli allievi le regole dell’educazione e delle buone maniere, la gentilezza e la raffinatezza del tratto. Queste, considerate sotto il loro migliore aspetto, non sono altro che la carità messa in pratica”. La bienséance vuole anche dire rispetto dei diversi ruoli: se i genitori e gli educatori vogliono essere dei punti di riferimento per i propri ragazzi, non devono permettere di farsi considerare degli “amiconi”, risulterebbero per loro come dei fari mobili o addirittura spenti, e quindi inutili allo scopo. Il ruolo genitoriale, come quello degli educatori, è molto differente da quello amicale: i genitori e gli educatori, in reciproca sintonia, sono delle guide e devono dare delle direttive ben precise, gli amici danno al massimo dei consigli discutibili e mai vincolanti.
Fratel Mario Chiarapini